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Ancora 1

La famiglia è un po' come le carte,

se ben sai giocare ne esci vincitore.

Il primo quadretto ti sembra il più bello

lo chiami Francesco in onore di babbo.

Aspetti un decennio, ricominci di nuovo

il tuo fiore più bello lo chiami Serena,

sperando che calmi i bollenti tuoi spiriti.

​

Felice aspetti un pochino 

ed ecco che arriva come un katiuscia

l'asso di picche e Katia l'imponi,

sperando che spari proiettili veri.

Non contento del tris e della donna di cuori,

l'asso ti serve e lo programmi pian piano.

L'asso di cuori è sempre il più atteso 

l'aspetti con gioia e lo appelli Valeria.

​

Con un poker sì fatto, l'anima ti giochi

per vederli felici e contenti.

La mia è una favola, forse un sogno,

non gioco più a carte ma difendo 

con rabbia il mio mazzo di carte.

UNA MANO A POKER
Ancora 2
LA FESTA DELLA QUESTURA

Sapevo di quella festa,

sapevo di tante feste

e sta gente senza scrupoli

faceva le persone oneste.

Era tardi, ero stanco

potevo lasciar perdere

avevo vinto la mia guerra

senza far passare un millennio.

​

Non mi sembrava giusto 

che a piazza Portanova

si potesse parlare 

di onore senza sofferenze.

La bici rosa afferrai 

con forza con mille pedalate

e mille ancora con sdegno

mi fermai vicino all'esercito.

​

Pensai: "Attacco a Portanova?"

Ma erano recintati,

mi sembravano carcerati

senza onore e dignità.

Attaccai la bici,

solo per  sicurezza

a un bidone della

nostra celebre 'munnezza'.

​

Pensai: "È meglio che vado!"

C'è Prefetto, Presidente,

io che sono una persona seria

non mi posso mescolare.

Appena sentii:

"Andiamo a mangiare".

Pensai: "Stavolta

li faccio strafogare".

​

Gridai forte la verità.

Si vergognarono per un momento,

ma come niente fosse stato

continuarono a ingrassare.

Ma questa bici mia

continua a pedalare

forte di gioventù 

e non la posso più fermare.

​

​

​

​

Ancora 3

CORE CILENTANO

Morivano gli uccelli,

si prendevano con le mani.

Il freddo rattristava

e gelava il cuore.

​

Ma il freddo più pungente

a marzo mi colpì,

l'anima mi prese

e l'orfano mi pesa.

LA NEVE DEL '56
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